CambiamentoPotere della metafora

La metafora della strada: la via del cambiamento e i sentieri delle possibilità

By 16 Gennaio 2021Febbraio 2nd, 2021No Comments

Nei tempi passati, intraprendere un nuovo cammino costituiva in diversi casi un certo rischio, se non addirittura un vero e proprio pericolo, poiché ci si poteva facilmente smarrire in sentieri e luoghi sconosciuti. Oggi abbiamo a disposizione diversi strumenti di orientamento che ci semplificano le cose, indicandoci in qualunque istante la nostra posizione e il percorso più sicuro e veloce per raggiungere la meta desiderata. La questione però si complica quando la strada che stiamo percorrendo non è formata da ciottoli o asfalto, ma rappresenta invece una strada metaforica.

La metafora che paragona la vita ad un lungo percorso – segnato da tappe, salite e discese, mete e traguardi – è una forma retorica diffusa in differenti ambiti, probabilmente per la sua efficacia nell’esprimere la comune sensazione di trovarsi sempre in cammino, in movimento. Molti personaggi nel corso della storia hanno utilizzato tale espediente metaforico. Mi hanno colpito in particolare le parole di alcuni di loro, parole che disseminerò nelle prossime righe come le briciole di pane lungo il sentiero nel bosco nella fiaba di Hansel e Gretel. A cominciare da queste:

Non puoi viaggiare su una strada senza essere tu stesso la strada”.
(Buddha)

Idealmente, l’immagine della strada rappresenta una metafora positiva legata al cambiamento. Tuttavia, esiste in alcune situazioni il rischio che possa assumere le connotazioni competitive di una corsa o di una gara di velocità a chi arriva primo; si sposta così l’attenzione dal ‘dove siamo noi’ al ‘dove sono gli altri’, scatenando nelle persone dinamiche di confronto e sentimenti di inadeguatezza. Ancora, l’idea della strada può trasformarsi nel timore di trovarsi sulla corsia sbagliata, pensiero che può rallentare notevolmente il nostro cammino. La corsa contro tutti e contro il tempo sembra essere il leitmotiv della nostra epoca, ma non ci aiuta in nessun modo ad individuare la strada migliore per noi stessi – rischia anzi di ostacolarci, si sabotarci! La metafora della strada è utile ed efficace quando ci offre come scenario un percorso di cambiamento e di evoluzione personale, piuttosto che spingerci ad un’affannosa gara di velocità contro il resto del mondo.

La vera moralità consiste non già nel seguire il sentiero battuto, ma nel trovare la propria strada e seguirla coraggiosamente”.
(Mahatma Gandhi)

Dunque, come trovare la strada giusta per noi?

È proprio una bella domanda! Nessun GPS, nessuna geolocalizzazione, nulla che ci indirizzi o che ci suggerisca la direzione da seguire. Dunque, come fare? La risposta – sempre che ne esista una sola ed unica – raramente arriva tutta d’un colpo. Potrebbero presentarsi diverse strade, oppure strade intrecciate, strade parallele, strade che virano bruscamente o che si snodano fino a trasformarsi in sentieri totalmente nuovi. Ogni fase della vita di ciascuno può essere segnata da una strada differente. Accade spesso che le persone si sentano vincolate a proseguire con ostinata coerenza sulla via precedentemente scelta, anche dopo essersi rese conto che quel cammino non fa più per loro. Forse per timore di essere giudicati, forse per non sentirsi costretti ad affrontare le conseguenze di quello che considerano un imperdonabile errore di valutazione; le ragioni possono essere molteplici. In ogni caso, non è affatto detto che una decisione presa in precedenza fosse necessariamente sbagliata: ciò che andava bene ieri non per forza andrà bene anche oggi e viceversa. Si è comunque sempre in tempo per modificare la propria rotta, scegliendo di intraprendere un altro percorso. Così come cambiano noi, possono cambiare anche le nostre strade.

Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi”.
(Italo Calvino)

È comunque importante ricordare che ogni tragitto implica tanto un movimento in avanti – uno sguardo alla meta, a dove vogliamo arrivare e a chi vogliamo essere – quanto una traccia del proprio cammino – uno sguardo ai nostri passi, a dove e a chi siamo stati. Tutto ciò definisce in modi diversi chi eravamo, chi siamo e chi saremo. Ricordando sempre che, ugualmente alle strade e alle persone, possono cambiare anche le definizioni che diamo a noi stessi.

Sono una parte di tutto ciò che ho trovato sulla mia strada”.
(Alfred Tennyson)

Come stabilire efficacemente una meta?

Non è sempre facile individuare con chiarezza la propria meta. Spesso la nostra destinazione sembra lontana e confusa; può persino mutare nel tempo e talvolta, quando raggiungiamo il punto d’arrivo, ci rendiamo invece conto che il percorso non è finito, che la nostra meta è diventata un’altra. È dunque comune la sensazione di smarrimento, che può farci sentire come se non stessimo andando da nessuna parte.
Tanto nella vita quanto nella psicoterapia, raramente la via si presenta subito chiara e ben definita. Poche sono le autostrade della crescita personale, diritte e prive di ostacoli. Non sono i rettilinei, sono invece le diramazioni, le deviazioni, le insenature quelle che permettono alle persone di smarrirsi, di perlustrare sentieri ignoti e di ritrovare infine il proprio cammino. Esattamente come avviene in psicoterapia: sotto la guida esperta del terapeuta, ci si addentra fuori pista e si esplorano possibilità nuove, per individuare insieme l’obiettivo e la strada più adatta a raggiungerlo.

Viaggiatore, non c’è sentiero, il sentiero si fa mentre cammini”.
(Antonio Machado)

Strade, sentieri, percorsi.
Metaforicamente, possibilità.

Giorgio Bordin

Author Giorgio Bordin

Psicologo, psicoterapeuta, formatore, fotografo, autore di articoli su web e riviste.

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